2 AGOSTO 2025

LA STRAGE DI STATO
NON È STORIA PASSATA

45 anni dopo la bomba alla stazione di Bologna.
85 morti. 200 feriti. La verità è cristallina.

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H 8:30 - PIAZZA DEL NETTUNO

I FATTI

2 AGOSTO 1980

Ore 10:25

85 MORTI

200 feriti

45 ANNI

di depistaggi

LA STRAGE E I RESPONSABILI

Il 2 agosto 1980, alle 10.25 di mattina, una bomba scoppia alla stazione di Bologna. Il suo risultato: 85 morti e 200 feriti. 45 anni dopo, la verità è cristallina nonostante decenni di depistaggi e menzogne: si tratta di una bomba ordinata dallo Stato e messa dai fascisti.

La recente conferma definitiva da parte della Cassazione dell'ergastolo per Paolo Bellini, ex esponente di Avanguardia Nazionale, ha sigillato una volta per tutte la matrice neofascista della strage. Ma soprattutto ha messo nero su bianco il ruolo di primo piano di apparati dello Stato e della loggia P2 per finanziare fascisti e depistatori.

LA DOCUMENTAZIONE

La documentazione relativa alla sentenza, già consultabile nel sito dell'associazione delle vittime del 2 agosto 1980, mostra che la strage è stata programmata e finanziata (un milione di dollari tra acconto e saldo, due tranches tra l'estate del 1979 e l'autunno 1980) da Licio Gelli e Umberto Ortolani (P2) che hanno usato i soldi del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi.

La strage è stata sostenuta con operazioni di depistaggio da Mario Tedeschi (Msi), organizzata da Federico Umberto D'Amato (a capo dell'Ufficio Affari Riservati, lo stesso di piazza Fontana e dell'omicidio di Pinelli) e attuata sul posto da almeno sei persone: Fioravanti, Mambro, Picciafuoco, Bellini, Ciavardini, Cavallini, appartenenti non solo ai NAR, ma ad altre formazioni della destra quali Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale, Terza Posizione.

Gli esecutori sono stati protetti con continue operazioni di depistaggio e di manipolazione della pubblica opinione ad altissimo livello che hanno coinvolto la stessa presidenza della Repubblica di Francesco Cossiga. Tali operazioni sono evidentemente ancora in atto, oggi, con il governo Meloni.

IL NEGAZIONISMO OGGI

In questo senso non vanno dimenticate le parole di Azione studentesca - movimento di estrema destra di cui la presidente del Consiglio è stata responsabile nazionale - che nel 2020 scrivevano "Nessuno di noi era a Bologna" e "La verità trionfa da sola, la menzogna ha sempre bisogno di complici" a dimostrazione di un sostanziale negazionismo delle sentenze giudiziarie.

Tendenza confermata anche dalle parole di Enzo Raisi - ex consigliere comunale di Bologna e deputato di Alleanza nazionale - che a pochi giorni dalla "sentenza Bellini" ha dichiarato in una tv locale "ci sono grandi anomalie giuridiche e storiche, è una sentenza ideologica".

Nonostante i continui tentativi revisionisti degli esponenti di governo la verità è una: la bomba è fascista, la strage è di Stato.

OGGI COME IERI

Lo Stato ordina, i fascisti eseguono. Ieri come oggi.

Perché quella strage non è storia passata. È cronaca di oggi, quando il governo Meloni - erede politico di quella stessa destra - promuove misure liberticide che colpiscono le lotte sociali, i ceti popolari, ancor più temuti se stranieri. Hanno smesso momentaneamente con le bombe, ma non sono meno efficienti nel reprimere chi lotta per cambiare la società in senso più egualitario e libertario.

La continuità è evidente: la stessa cultura fascista e autoritaria che ha partorito la strategia della tensione e le stragi è oggi al governo. Gli stessi metodi, gli stessi obiettivi: creare spauracchi e capri espiatori per legittimare misure sempre più liberticide. Ieri erano i "sovversivi", oggi sono i migranti, i gruppi sociali marginalizzati.

Le "zone rosse" nelle città, la criminalizzazione delle lotte dei lavoratori, i respingimenti dei migranti finanziati con soldi pubblici, gli accordi con Libia e Tunisia che trasformano il Mediterraneo in un cimitero: tutto serve a seminare paura e giustificare la repressione.

LA VIOLENZA DI OGGI

Mentre forniscono equipaggiamenti e mezzi agli Stati del Maghreb per fermare violentemente chi cerca una vita migliore, mentre finanziano la guardia costiera libica per riportare indietro chi fugge dalla guerra, il governo Meloni replica la stessa logica stragista: usare la violenza per difendere un ordine sociale ingiusto.

Le inchieste giornalistiche hanno documentato torture, stupri, omicidi nei lager libici finanziati dall'Italia. Non sono bombe in stazione, ma il risultato è lo stesso: morte e terrore per chi osa sperare in un futuro diverso.

I decreti sicurezza, le leggi bavaglio, la repressione del dissenso, l'attacco ai diritti dei lavoratori, i respingimenti in mare e alle frontiere, i lager per migranti, una legislazione che a colpi di decreti rinchiude in carcere i poveri e diversi sono le armi di oggi per governare i nostri corpi e le nostre vite con i dispositivi della paura. La stessa paura che volevano seminare 45 anni fa con 85 morti innocenti.

A BOLOGNA NON SI PASSA

Il 9 novembre scorso Bologna ha dimostrato che quando ci sono mobilitazioni unitarie l'autoritarismo non passa. Migliaia di persone, ciascuna con le proprie pratiche, hanno impedito ai fascisti di sfilare davanti alla stazione. A Bologna non si passa.

Rilanciamo con forza quindi il corteo che ogni anno il 2 agosto si svolge nella nostra città. Per ribadire che la verità non può essere sepolta sotto cumuli di menzogne. Per dire che oggi come ieri alziamo la bandiera della libertà contro il terrore, della solidarietà contro l'oppressione. Per esigere giustizia fino in fondo.

Perché nessuno dei responsabili politici - esecutori e mandanti - resti impunito.

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2 AGOSTO 2025 - ORE 8:30

PIAZZA DEL NETTUNO, BOLOGNA

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